Tutto quello che c’è da sapere sul pene curvo

La forma del pene, insieme alle sue dimensioni, è un aspetto che più o meno espressamente ha sempre interessato l’uomo, sia per questioni personali legate all’autostima, sia per ragioni connesse alla capacità di prestazione in coppia.

Se è vero che di forme ce ne sono di molteplici e che ognuna ha i propri pro e contro, è anche vero che in alcuni casi una forma non canonica susciti, a ragion veduta, delle preoccupazioni. Uno di questi casi è quando si è affetti dal cosiddetto pene curvo, patologia che in molti casi può compromettere la vita sessuale in modo consistente.

Per parlare di questa problematica dal punto di vista medico, abbiamo intervistato il dottor Riccardo Giovannone, urologo del sito idoctors.it.

In che cosa consiste la patologia del pene curvo?

“L’induratio Penis Plastica, o Malattia di La Peyronie, è una patologia che colpisce la tonaca albuginea, cioè il tessuto connettivo che riveste i corpi cavernosi del pene, causando delle lesioni fibro-calcifiche (dette placche) che causano la deformazione del pene in erezione (solitamente il cosiddetto incurvamento).

La patologia riconosce due fasi

  • infiammatoria, caratterizzata di solito da dolore in erezione e dalla formazione di noduli fibrosi;
  • fibrotica stabilizzata, in cui la placca provoca incurvamento penieno.

Quali possono essere le cause?

“I principali fattori di rischio associati a tale malattia sono: 

  • traumi durante rapporti sessuali (la posizione che più di frequente può causarli è rappresentata dall’uomo sopra la donna)
  • diabete
  • ipertensione
  • fumo di sigarette 
  • Malattia di Dupuytren (retrazione dell’aponeurosi palmare).

Come si può trattare tale patologia?

 “Il trattamento può essere di carattere:

  • medico, indicato soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, quando è presente dolore e la placca è ancora di natura fibrotica. Le opzioni per il trattamento medico sono rappresentate da farmaci orali (antinfiammatori, vitamine, PABA), dalla ionoforesi (veicolazione transdermica di farmaci mediante corrente bipolare) e/o dalle onde d’urto extracorporee.
  • chirurgico, finalizzato a riportare il pene nelle condizioni fisiologiche e possono essere. A seconda delle condizioni del pene, della severità dell’incurvamento, dell’estensione della placca e della eventuale concomitanza di una disfunzione erettile, si può intervenire chirurgicamente in tre modi:
    • escissione e plicatura dell’albuginea sul lato convesso dei corpi cavernosi controlaterale alla sede della placca (corporoplastica di raddrizzamento);
    • corporoplastiche di allungamento con escissione nella parte concava del pene della placca e sostituzione con innesto di tessuto eterologo o omologo;
    • in caso di incurvamenti severi e deficit erettile, contemporaneamente all’escissione o incisione di placca, l’innesto di protesi intra-cavernosa.

Come affrontare serenamente la patologia in coppia

Essere affetti dalla patologia del pene curvo comporta spesso risvolti negativi a livello psicologico, malessere che quasi sempre si riflette nel rapporto di coppia. Grazie al sostegno psicologico è però possibile provare a ridurre il disagio e vivere di conseguenza una sessualità appagante. 

A spiegare come, mettendo in luce diversi aspetti legati alla questione, è la dottoressa Chiara Giuliano, psicologa.

Come avviene la terapia di coppia in caso di pene curvo?

In primo luogo viene svolta, oltre che per il paziente, l’anamnesi sessuologica del partner (età, sesso, eventuali disfunzioni) di modo da avere un quadro sintomatico e sessuologico di entrambi. Un aspetto centrale ed importante del sostegno riguarda poi i vissuti emotivi di entrambi i partner rispetto al sintomo: è infatti importante che individualmente ognuno dei due partner esplori i propri vissuti circa il pene curvo esternando ogni tipo di emozione: paura, ansia, disgusto, rabbia, frustrazione. Lo scopo è poter dar voce e spazio ad immagini interiori per poterle osservare, accettare e scaricarle di intensità affettiva così da poterle poi condividere in un secondo momento con il partner con maggiore tranquillità. Un’altra importante esplorazione riguarda anche le aspettative, i desideri e i tabù circa il rapporto sessuale (posizioni, fantasie etc.).

Questo aspetto psicologico ed emotivo è il fulcro e la base di una forma di comunicazione sincera e cooperativa tra i partner, al quale questi alterneranno l’esplorazione dei loro corpi e l’introduzione del pene curvo nella loro sessualità. Ad esempio, tramite terapie mansionali (masturbazione, rapporti orali, scoperta e riscoperta delle zone erogene, etc.) in concomitanza dell’esplorazione dei vissuti, la coppia viene guidata nella scrittura di una nuova vita sessuale; è infatti molto importante che la coppia sia consapevole e accetti e accolga le limitazioni fisiche, o anche interiori, e venga guidata nel concepirle come opportunità di esplorazione.

L’obiettivo del sostegno alla coppia è far sì che i partner abbiano una sessualità che includa il pene e far scoprire come questo può funzionare all’interno della coppia durante le varie fasi del rapporto sessuale. Molto spesso infatti le coppie in cui uno dei partner ha la Malattia di La Peyronie tendono ad escludere il pene durante effusioni e approcci sessuali, aspetto che rimarca e aggrava aspetti di svalutazione e insicurezza nell’uomo, che corre il rischio di sentirsi menomato ed inadeguato. In questo senso anche l’utilizzo di un vibratore o un dildo va accuratamente valutato nella coppia e vanno esplorati i vissuti per entrambi i partner rispetto alla presenza di questi sex toys”.

Quali posizioni è meglio adottare durante l’attività sessuale?

“Altro obiettivo molto importante della terapia è che la coppia sia consapevole e venga guidata nell’esplorazione di una sessualità partecipata in cui si evitino posizioni o pratiche che possono accentuare il dolore fisico e il senso di frustrazione, lavorando sulla valorizzazione delle posizioni e delle pratiche gratificanti e possibili.

La posizione del cucchiaio in cui l’uomo si colloca dietro la donna, che si trova invece sdraiata lateralmente con le gambe piegate, è ad esempio una posizione facilitante, come anche la posizione del cane, poiché è l’uomo che da dietro introduce il pene e la donna può regolare poi la profondità stendendo o piegando le braccia. Consigliate anche la posizione Andromaca, in cui è la donna a stare sopra rannicchiata ma ha in realtà molta possibilità di movimento e può decidere l’inclinazione del proprio corpo e il movimento della spinta se rotatorio o ascendente in base ai suoi feedback e quelli del partner, o la cosiddetta unione dell’albero da frutto, che prevede che lui stia sopra e lei sotto sdraiata supina con una gamba piegata e appoggiata sul petto di lui: questo consente di regolare l’inclinazione e l’apertura della vagina favorendo l’ingresso del pene. 

Ad ogni modo, incrementare i preliminari per aumentare la recettività e per favorire la lubrificazione, e/o l’uso di lubrificanti, sono sicuramente degli importanti coadiuvanti, così come comunicare e prestare attenzione alle sensazioni fisiche ed emotive del partner durante il rapporto”.

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