I 10 pezzi sul sesso che non conoscevi

Si parla di sesso sin dalla notte dei tempi. In effetti può essere considerato lo “sport” più praticato di sempre, croce e delizia di ciascuno!
Tanti, tantissimi artisti hanno omaggiato questa pratica nella loro arte: che fosse pittorica, in versi, in prosa, nella musica.
Oggi, infatti, vorremmo condurvi un po’ alla scoperta delle canzoni che hanno parlato di sesso nei modi più disparati. Semplici allusioni o riferimenti espliciti…e darvi qualche cenno su aneddoti o particolarità legate alla canzone o al suo autore.
Ma ve lo immaginate, quella canzone che canticchia sempre la mamma…un motivetto carino che in realtà cela focose intenzioni?

Aggiungete la playlist a spotify – o, per i più nostalgici, lucidate il piatto del giradischi – e si parte!

Love affair – Baustelle

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Il titolo “Storia d’Amore” preannuncia appena il tema. Questa canzone del celebre gruppo pop rock italiano formatosi nel 1996 parla di una prima volta, o meglio del desiderio di fare l’amore per la prima volta. Il tutto visto dal punto di vista del ragazzo che tenta di convincere la sua partner a lanciarsi in quest’esperienza coinvolgente, incuranti dell’età.

Whole lotta love – Led Zeppelin

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Pionieri dell’hard rock e grandi innovatori del rock, signore e signori, i Led Zeppellin: gruppo storico britannico formatosi nel 1968.
La canzone a cui ci riferiamo è stata per anni una hit e lo è ancora. Sfrenata, dal ritmo incalzante ha molti riferimenti sessuali, è un pezzo di storia del rock e nell’intermezzo musicale il bassista del gruppo John Paul Jones simula, ebbene sì, un orgasmo.

Catalogo delle donne del Don Giovanni

“Madamina, il catalogo è questo” è un’aria per basso contenuta nell’opera di Mozart Don Giovanni su libretto di Lorenzo Da Ponte.
Questo brano racconta l’esperienza di Don Giovanni, il più famoso donnaiolo della storia, che si vanta dei suoi numeri. (In realtà lui ha compiuto le “gesta”, ma ad enumerarle è il suo umile servitore). Tante le donne conquistate, (più di 1600!) in ogni dove (Alemagna, Francia, Turchia, Ispagna e Italia), e di ogni estrazione sociale (contesse, baronesse, marchesine, cameriere, contadine ecc) e soprattutto “d’ogni forma e d’ogni età”.
Non a caso per riferirsi ad un uomo che vanti molte conquiste si utilizza l’espressione “sei un Don Giovanni”. Additata come un’opera un tantino sessista, per via del trattamento riservato alla donna, beh, non tacciateci di chissà cosa…il nostro vuol essere solo un omaggio alla musica e al sesso in ogni sua forma!

Don’t stop me now – Queen

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La canzone è un “Inno liberatorio a qualsiasi tipo di sfrenatezza sessuale”, così commenta wikipedia…e come dare torto a questa interpretazione!

“I am a satellite I’m out of control
I am a sex machine ready to reload
Like an atom bomb”

Questo è un pezzo tratto dal testo della canzone, resa splendidamente dal compianto Freddy. Scatenatevi e traete le vostre conclusioni!

Disperato erotico stomp – Lucio Dalla

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“Ti hanno visto bere a una fontana
Che non ero io
Ti hanno visto spogliata la mattina
Biricchina biriccò
Mentre con me non ti spogliavi
Neanche la notte
Ed eran botte, Dio, che botte
Ti hanno visto alzare la sottana
La sottana fino al pelo, che nero”

…C’è altro da aggiungere? Un pezzo di un artista incredibile come Lucio Dalla, senza peli sulla lingua che ha qualcosa di autobiografico – come lo stesso Lucio ha raccontato. Si tratta di una canzone volutamente provocatoria, sia per il linguaggio utilizzato sia per l’intento. Venne pubblicata nel 1977, anno in cui si registra la nascita delle radio libere e dell’affermarsi del femminismo. Una volta ascoltata, difficilmente la si dimentica!

Hallelujah – Leonard Cohen

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La canzone, la cui facciata ha un che di profondamente biblico, nasconde, però, molti significati nascosti. Il sesso è uno di questi. Anche il noto quotidiano britannico The Guardian (nella voce di Dorian Lynskey), sostiene a riguardo: «abbraccia in modo criptico i temi dell’amore, del sesso, della violenza, della religione e dell’atto stesso di scrivere canzoni» e «Questo mondo è pieno di conflitti e pieno di cose che non possono essere unite ma ci sono momenti nei quali possiamo trascendere il sistema dualistico e riunirci e abbracciare tutto il disordine, questo è quello che io intendo per Hallelujah. La canzone spiega che diversi tipi di Hallelujah esistono, e tutte le Hallelujah perfette e infrante hanno lo stesso valore. È un desiderio di affermazione della vita, non in un qualche significato religioso formale, ma con entusiasmo, con emozione. So che c’è un occhio che ci sta guardando tutti. C’è un giudizio che valuta ogni cosa che facciamo».
Anche il misterioso Jeff Buckley, interprete della canzone, dice «chiunque ascolti chiaramente Hallelujah scoprirà che è una canzone che parla di sesso, di amore, della vita sulla terra. L’Hallelujah non è un omaggio a una persona adorata, a un idolo o a Dio, ma è l’Hallelujah dell’orgasmo. È un’ode alla vita e all’amore» e noi – con i brividi a fior di pelle – siamo d’accordo con lui!

Tutti frutti – Little Richard

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Un ritornello che ti entra in testa per la sua leggerezza e per il ritmo scanzonato. La prima versione della canzone in realtà diceva: “Tutti Frutti, good booty, If it don’t fit, don’t force it. You can grease it, make it easy” , con chiaro riferimento al sesso anale. La canzone non è mai stata registrata con questo testo che venne censurato immediatamente, quindi l’espressione “good booty” (bel culetto) venne sostituita con un semplice “all rooty” (slang di all right). Pronti a ballarla?

Je t’aime (Moi non plus) – Serge Gainsbourg

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Canzone scritta da Serge Gainsbourg nel 1967, interpretata in un sensualissimo duetto dalla bellissima Brigitte Bardot, ma che non fu mai pubblicata a causa del marito di lei – Gunter Sachs – forse geloso o forse preoccupato per lo scandalo che la canzone avrebbe procurato, e ci vide lungo. Fu poi reincisa e pubblicata nel 1969 e la voce femminile fu affidata a Jane Birkin – che di lì a poco divenne la moglie del celebre chansonnier francese.
“Ti amo, io di più” è il titolo orrendo, oltre che inesatto, dato alla versione italiana proposta da Ombretta Colli. La traduzione corretta del titolo è “Ti amo, nemmeno io”, espressione coniata dall’autore in seguito ad una battuta fatta da Dalì o Picasso per indicare l’inganno che sottende alla relazione amorosa. E fu subito polemica: la canzone, difatti, venne immediatamente censurata e bandita dalle radio di Spagna, Svezia, Brasile, Regno Unito, Polonia, Portogallo. In Italia, non ne parliamo: il Papa scomunicò il responsabile della distribuzione italiana e questo gesto però, favorì la vendita in tutto il mondo di milioni di copie. Come ebbe modo di sostenere lo stesso Gainsbourg il Papa fu il suo più grande promotore commerciale!
Questa canzone ebbe un forte impatto nella narrazione dell’”amour physique”: per la prima volta il coito – non più metaforizzato o alluso – faceva il suo ingresso trionfale nel mondo discografico, cozzando pienamente con la visione cattolica del peccato. Che dire ragazzi, a tutto sesso!!!

Pensiero stupendo – Patty Pravo

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Altro brano strepitoso della musica italiana è questo qui; pubblicato nel 1978, scritto da Ivano Fossati, fu affidato all’interpretazione profonda ed alla calda voce di Patty Pravo. Ci sono due scuole di pensiero che ruotano attorno al significato del testo: chi ritiene che vi sia solo un’allusione all’idea del sesso a tre e chi invece sostiene che la canzone parli di un “triangolo” sessuale consumatosi tra due donne ed un uomo (“E tu, e noi, e lei fra noi…”). Voi che ne pensate? Una cosa è certa: questo brano riesce a farci immergere tutti in…pensieri stupendi!

Venus in furs – The Velvet underground

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«Bacia lo stivale di cuoio lucido
Cuoio lucido nell’oscurità
Lecca le cinghie, il laccio che ti sta aspettando
Diletta signora colpisci e abbi cura del suo cuore»

Brano del 1967, scritto dal mitico Lou Reed e pubblicato sull’ album di debutto dei Velvet Underground (“The Velvet Undergruond & Nico”), gruppo rock psichedelico, sperimentale, d’avanguardia formatosi nel 1964.
Il brano è ispirato al celebre romanzo di Sacher- Masoch “Venere in Pelliccia”, appunto, e abbraccia – o forse sarebbe meglio dire lega ehehe – il tema del sadomasochismo e delle pratiche bondage di dominazione e sottomissione.
Per la prima volta, infatti, in un testo musicale viene descritto esplicitamente il rapporto tra schiavo e padrona. Anche il ritmo musicale, così cadenzato e a tratti angosciante calza a pennello con la scena descritta. Un’altra sfumatura del sesso, questa, intensa e altrettanto profonda.

E voi, le conoscete già tutte? Quale sfumatura del sesso vi rappresenta di più?

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