Il dildo: miti e curiosità

Il dildo: pensando a questo oggetto vengono in mente i moderni falli finti, iper-realistici, oppure dildo di design o ancora, per estensione, vibratori. Ma prima del silicone e dei moderni materiali l’uomo già amava dilettarsi con i suoi manufatti e, come scopriremo, la storia è più affascinante di questa. Ma partiamo dall’inizio. La definizione di questa parola non è ovvia come si potrebbe pensare, tuttavia un dildo sicuramente è un oggetto simile a un fallo per forma e dimensioni, deputato alla penetrazione vaginale. Con il tempo, per estensione di significato, la parola dildo è stata anche associata a oggetti che non somigliano direttamente a falli ma sono anch’essi progettati e destinati alla penetrazione. Inoltre nella definizione ricadono anche i dildo anali, differenti per forma e dimensione.

Etimologia

L’etimologia della parola Dildo è controversa. Molte sono le ipotesi che cercano di spiegare come e dove sia nata la parola. Cominciamo da quella che ci rende più orgogliosi: la parola Dildo potrebbe derivare da una storpiatura dell’italiano “diletto”. Un’altra possibilità è che derivi dalla parola inglese colloquiale “dill”, ovvero cetriolo, richiamando la sua forma e le sue dimensioni. Una delle ipotesi più pittoresche è sicuramente quella che lo lega all’espressione “Dil Doul”, che compare nella vecchia ballata (sconcia) statunitense “The maids complaint for want of a Dil Doul”, ovvero “Il lamento delle fanciulle per difetto di un Dil Doul”, di un pene eretto. Un’altra etimologia, la più accreditata, lo lega all’ambito navale: il dildo, originariamente, potrebbe essere stato il piolo, richiamante la forma di un pene, che fissava il remo in posizione su una “dory”, una piccola imbarcazione.

Storia

Il dildo è un oggetto dalla lunga storia, si può dire che gli uomini abbiano costruito dildo fatti in casa dall’alba dei tempi. I primi manufatti con forma fallica, probabilmente, non avevano una funzione sessuale. Erano infatti oggetti rituali, soggetti a venerazione come simbolo di fertilità e vere e proprie espressioni artistiche. Soltanto successivamente questi oggetti sono entrati nella sessualità dell’uomo. I primi reperti di questi oggetti risalgono a circa 30’000 anni fa: ne è stato ritrovato uno in Germania, vicino Ulm, della lunghezza di 20 cm in roccia sedimentaria e uno in Francia, presso le Gole d’inferno, in pietra e osso. Partendo da questi due “prototipi” paleolitici l’uomo ha sviluppato sempre di più le tecnologie legate a questo oggetto sessuale, ne troviamo molte testimonianze sia come reperti che nella letteratura. Ad esempio, al Museo dell’Antica Cultura Sessuale Cinese, è esposto un fallo di pietra verde di giada, risalente a circa 6000 anni fa; c’è da notare, inoltre, come nella medicina tradizionale cinese la masturbazione sia innocua per le donne, mentre per l’uomo è sconsigliata, in quanto si credeva che con il seme si disperdesse l’energia. Nella Grecia antica, i dildo, o “olisbos” erano invece in cuoio riempito di stoffa e sono molto presenti nella letteratura: il celebre Aristofane, ad esempio, li nomina più volte nella Lisistrata, commedia nella quale le donne si rifiutano di avere rapporti con i loro uomini…pensando bene di sostituirli. Dal 1500 la parola compare, così come la conosciamo, in molte opere inglesi; lo stesso Shakespeare la usa in modo giocoso nella commedia “Il racconto d’inverno”.

Materiali: come costruire un dildo

I dildo, originariamente, erano manufatti in pietra, legno o catrame. Successivamente in cuoio, riempiti di cotone o stracci, o cera e, ancora più tardi nell’evoluzione di questo oggetto, in porcellana o vetro (a partire dal Rinascimento). Per quanto riguarda i materiali moderni, invece, negli anni ’40 furono introdotti sul mercato i primi falli finti in gomma, morbidi ma facilmente deteriorabili, che si evolverà poi in PVC e jelly (gelatina). Anch’essi presentano diversi problemi, come la presenza dello ftalato, un ammorbidente dei materiali plastici che, entrando nella circolazione sanguigna dalle mucose intime potrebbe portare a forme tumorali. L’avvento dei Dildo in metallo cromato, che oggigiorno riscuotono ancora un certo successo nei circoli BDSM, ha eliminato i problemi delle precedenti tecnologie ma rimangono duri e non flessibili. Negli anni ’90, i dildo in silicone hanno cambiato le carte in tavola: facili da sterilizzare ed elastici, assorbono bene il calore corporeo e non sono dannosi per l’organismo.  Contemporaneamente i dildo in vetro borosilicato (pyrex), per quanto rigidi, riscuotono successo grazie alla facilità con la quale si lavano e al doppio effetto caldo/freddo; infatti semplicemente immergendoli in acqua calda arrivano alla temperatura corporea. L’ultima tecnologia, in quanto a materiali, è il cyberskin: alla vista e al tatto sembra pelle umana, quindi garantisce realismo. In compenso non può essere sterilizzato ed è più delicato e deteriorabile del silicone.

Forme e tipologie di dildo

Ci sono molte versioni, forme, colori di dildo. A partire da quelli “normali”, oggetti a forma fallica, passando per quelli “artistici” o di design, fino a quelli più funzionali, pensati esclusivamente per incrementare il piacere; grazie alle moderne tecnologie, inoltre, sul mercato sono disponibili falli realistici, che quasi non sembrano falli finti. Inoltre fin dall’antichità sono diffusi i dildo doppi, utili per la penetrazione di entrambi i partner durante il rapporto. Un’altra tipologia sono i dildo strapon, che si fissano direttamente sul corpo per simulare la presenza di un fallo vero. Infine ci sono gli anal dildo, pensati esclusivamente per la penetrazione anale, e i butt plug, più piccoli, compatti e con la base ampia.Ora che abbiamo imparato qualcosa di più su questi affascinanti oggetti del piacere potremo usarli con più consapevolezza. Visita il nostro fornitissimo catalogo e scegli il dildo che più fa per te.

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