Quando il feticismo diventa disturbo feticistico

Definizione di feticismo

In etnologia si definisce feticismo una forma di religiosità primitiva che prevede l’adorazione di feticci, ovvero di oggetti (spesso manufatti antropomorfi o zoomorfi) ritenuti dotati di poteri magici.

In seguito S. Freud usò il termine feticismo per descrivere una forma di parafilia dove la meta del desiderio è un oggetto inanimato o una parte specifica della persona.

Il feticismo è normalmente caratterizzato da una supervalutazione psicologica dell’oggetto sessuale che si estende a ogni cosa a esso associato. Un certo grado di feticismo rientra abitualmente nell’ambito della sessualità normale, specialmente quando il desiderio di intrattenere un rapporto sessuale con la persona amata non è immediatamente esaudibile (così, ad esempio, chi si trova lontano dalla persona amata può assurgere a feticcio un indumento intimo di colei/colui). In questo caso la preferenza dettata dai gusti personali, invece, per quanto apparentemente bizzarra o inconsueta, nel caso di una relazione sessuale, non toglie al soggetto la consapevolezza che si sta relazionando con una persona e quindi non toglie nel soggetto la sensibilità, l’empatia, la comunicazione con l’altra persona.
Quando il feticismo assume caratteristiche patologiche, diventa una problematica psichiatrica sessuale che rientra nelle parafilie.

Quando il feticismo diventa disturbo feticistico

È necessario distinguere l’individuo con interessi e comportamenti feticisti da chi soffre di una malattia vera e propria, cioè un disturbo feticistico.
Esistono individui che si riconoscono come persone che praticano il feticismo, usano un oggetto feticistico per l’eccitazione sessuale, senza provare disagio o altre conseguenze negative. Per es., un individuo il cui partner sessuale condivide o può introdurre in modo soddisfacente nell’attività sessuale il suo interesse per accarezzare, odorare o leccare i piedi o le dita come un importante elemento dei preliminari non può essere considerato patologico. Lo stesso vale con un individuo che preferisce, senza che ciò gli crei disagio, un comportamento sessuale solitario associato all’indossare indumenti di gomma o stivali di pelle.
Se questi individui invece, riferiscono anche sofferenze e difficoltà psicosociali a causa delle loro attrazioni o preferenze sessuali, si deve fare diagnosi di disturbo feticistico.

Secondo il DSM V, per parlare di disturbo feticistico, devono essere soddisfatti i seguenti criteri diagnostici:

  1. eccitazione sessuale ricorrente e intensa, manifestata attraverso fantasie, desideri o comportamenti, per un periodo di almeno 6 mesi, derivante dall’uso di oggetti inanimati o da un interesse molto specifico per parte/i del corpo non genitale/i;
  2. le fantasie, i desideri o i comportamenti sessuali causano disagio significativo (ad es., ansia, ossessioni, senso di colpa o vergogna per gli impulsi parafilici) o compromissione del funzionamento/adattamento familiare, sociale, lavorativo;
  3. gli oggetti feticistici non si limitano a capi di abbigliamento usati per il cross-dressing (nel disturbo da travestitismo), oppure a strumenti specificamente progettati al fine della stimolazione tattile dei genitali (per es., vibratore).

Non è insolito che si verifichino combinazioni di feticci non mutualmente escludentisi. Così un individuo può avere un disturbo feticistico associato a un oggetto inanimato (per es., indumenti intimi femminili) o un interesse esclusivo per una parte del corpo intensamente erotizzata (per es., i piedi, i capelli), o il suo interesse feticistico può soddisfare i criteri per varie combinazioni di questi specificatori (per es., calze, scarpe e piedi).
feticismo

Caratteristiche associate, sviluppo e decorso

Il disturbo feticistico può essere un’esperienza multisensoriale, che comprende l’afferrare, il toccare, l’annusare, lo strofinarsi addosso l’oggetto feticistico, o introdurlo negli orifizi durante la masturbazione, oppure preferire che un partner sessuale indossi o usi l’oggetto feticistico durante i rapporti sessuali. Altri individui possono realizzare ampie collezioni degli oggetti feticistici altamente desiderati.

Solitamente, le parafilie hanno l’esordio durante la pubertà, ma il feticismo può svilupparsi prima dell’adolescenza. Una volta insorto, i disturbo tende ad avere un decorso continuativo che oscilla per intensità e frequenza di desideri o comportamenti.

Aspetti culturali e correlati al genere

È necessario distinguere il disturbo da un comportamento sessuale socialmente accettabile dalla cultura di appartenenza.
Il disturbo è stato riscontrato quasi esclusivamente nei maschi.

Conseguenze sul funzionamento psicosociale e sull’adattamento all’ambiente

Tra gli aspetti negativi connessi al disturbo feticistico vi sono le disfunzioni che avvengono nel corso dei rapporti sessuali e che sono dovute all’indisponibilità, durante i preliminari o il coito, dell’oggetto feticistico o delle parti del corpo preferite. Alcuni individui possono preferire l’attività sessuale solitaria associata alle loro preferenze feticistiche anche mentre sono coinvolti in una relazione sentimentale significativa e con un alto valore affettivo per entrambi i partner.
I maschi possono rubare e collezionare i loro particolari oggetti di desiderio feticistico e per questo possono essere arrestati e accusati di comportamenti antisociali non sessuali (per es., violazione di domicilio, furto, furto con scasso) che sono motivati principalmente dal disturbo.

Distinzione disturbo feticistico da altre problematiche sessuali

Nel disturbo da travestitismo, l’eccitamento sessuale deriva dall’indossare indumenti del sesso opposto.

Nel disturbo da masochismo sessuale, l’eccitamento sessuale deriva soprattutto dall’essere dominato o umiliato.

Nel comportamento feticista senza disturbo narcisistico, l’eccitamento che deriva dall’uso dell’oggetto feticistico non è associato con disagio soggettivo o compromissione del ruolo psicosociale.

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