Disfunzioni sessuali

Definizione di disfunzioni sessuali.

Le disfunzioni sessuali, secondo il DSM V, sono un gruppo eterogeneo di problematiche e disturbi tipicamente caratterizzati da un’anomalia significativa nella capacità di una persona di avere reazioni sessuali o di provare piacere sessuale.
La risposta sessuale è fondamentalmente biologica, ma è generalmente vissuta (e quindi influenzata) in un contesto intrapersonale (intrapsichico), interpersonale (di coppia) e culturale. Pertanto, la funzione sessuale implica una complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e socioculturali.

Per poter parlare di disfunzione sessuale è necessario:

  • che la problematica si accompagni a un significativo disagio soggettivo dell’individuo o alla compromissione del suo funzionamento di coppia;
  • escludere problematiche legate a malattie mentali, agli effetti di sostanze psicoattive (farmaci, droghe,…), a malattie (per es., il danneggiamento del nervo pelvico), oppure a un grave disagio relazionale, alla violenza del partner o ad altri fattori stressanti. L’invecchiamento può essere associato a una diminuzione della risposta sessuale.

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Le cause delle disfunzioni sessuali

Fattori culturali o religiosi possono innestarsi su fattori psicologici di vulnerabilità individuale generando divieti e avversioni riguardanti l’esperienza del piacere sessuale.
L’avversione per la sessualità può essere il risultato di un fallimento empatico, può cioè dipendere dall’incapacità da parte della figura di accudimento dell’infanzia (ad es., la madre) di comprendere lo stato d’animo del bambino. La stessa figura reagirebbe, in base alle proprie personali esperienze e convinzioni, ansiosamente (consapevolmente o in modo inconscio) a qualche espressione della ricerca del piacere sensuale e dell’eccitamento sessuale da parte del bambino (J. D. Lichtenberg).
L’avversione sessuale, generatasi nell’infanzia, produce aspettative e convinzioni errate o irrealistiche che generano ansietà e paure legate alla sessualità.

Le più comuni paure sono:

  • timore del godimento sessuale legato a una concezione della sessualità come colpa o peccato, come qualcosa di sporco e impuro;
  • timore di non riuscire o ansia da prestazione: è il frutto di aspettative rigide riguardo al rapporto sessuale (“deve sempre andare bene!”), di obbligatorietà nell’impegno verso il partner (“devo a tutti i costi fargli provare piacere”) ma soprattutto di attribuzione di valori e finalità al rapporto sessuale incompatibili con una visione di esso come piacere e soddisfazione (rapporto sessuale come prova di maturità o di virilità, come test delle proprie qualità o abilità, come prova di affetto e preoccupazione per l’altro);
  • timore di perdere il controllo: spesso presente nelle donne anorgasmiche, è il risultato della convinzione irrealistica di dover sempre mantenere il dominio su di sé e della paura di potersi comportare in modo riprovevole o disdicevole in caso di completo abbandono al piacere;
  • timore per l’altro sesso, spesso frutto di inesperienza, di un’educazione rigida, di circostanze sociali sfavorevoli o di deprivazione.

Queste paure sono spesso legate a pregiudizi e idee all’apparenza irrazionali:

  • l’efficacia di un uomo come amante dipende dalle dimensioni del suo pene, tipica di adolescenti e giovani; la controparte femminile è rappresentata dalle dimensioni dei seni;
  • l’orgasmo vaginale, al contrario di quello clitorideo, costituisce la forma matura di orgasmo;
  • un rapporto sessuale riuscito deve comportare un orgasmo simultaneo;
  • se, talora, si è attratti da fantasie sessuali con persone, reali o immaginarie, del proprio stesso sesso, si è sicuramente omosessuali;
  • il sesso orale fra uomo e donna è indice di tendenze omosessuali.
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