Sesso in Svezia: un’ora di permesso a settimana per farlo

“Un’ora sola ti vorrei”, recitava una famosa canzone italiana degli anni 70. Ed in Svezia, l’hanno presa alla lettera.
Ad Overtornea, una citta nel nord della Svezia, per contrastare il calo delle nascite un consigliere comunale ha pensato bene di concedere ai dipendenti pubblici comunali un’ora  – pagata come se fosse lavorativa – per fare sesso con il proprio partner.

Fa discutere ma coinvolge, al tempo stesso, questa proposta avanzata dal quarantenne consigliere comunale svedese Per-Erik Muskos il quale sostiene sia un ottimo mezzo per incrementare il tasso di natalità del paese, oltre al fatto che fare sesso migliori la qualità della vita di ciascuno e, di conseguenza, anche il rendimento sul lavoro.
Sui social networks e, più in generale, in rete questa notizia ha già creato uno stuolo di sostenitori e di oppositori.
In primavera l’assemblea comunale voterà per decidere se far passare la mozione o meno: affinchè passi è sufficiente la maggioranza semplice dei 31 membri del consiglio e la proposta sarebbe valida per tutti i 550 dipendenti comunali.
La notiza è giunta anche sul New York Times dove il consigliere sostiene che questo sussidio per fare sesso darebbe nuova vita ai matrimoni – che col tempo tendono ad ingrigirsi – e migliorerebbe il morale dei dipendenti pubblici.

Fare sesso con il partner

La Svezia avanguardista 

Non stupisce che una proposta di questo tipo arrivi dalla Svezia, un paese sin dai tempi  dei socialdemocratici, all’avanguardia sul tema della libertà sessuale e sulla vita amorosa in generale. Idee anticonformiste, facenti parte del piano welfare stabilito: sanità pubblica eccellente e gratuita per tutti, 480 giorni di congedo parentale, sussidi a ragazze-madri o genitori soli, assegni familiari.
Il consigliere, che già retribuisce come lavorative ore di sport per i dipendenti comunali, ritiene di vitale importanza questa iniziativa “per incoraggiare la gente a procreare”.
Anche la Danimarca, di recente, ha creato una campagna pubblicitaria che invita a fare più figli.

Il parere degli esperti

La sessuologa Malin Hansson ha dichiarato l’iniziativa lodevole, per la moltitudine di benefici connessi all’attività sessuale, aggiungendo che “Se dipendesse da me la introdurrei in tutto il paese”.
La docente di psicologia Lotta Dellve è favorevole all’idea ma solleva una perplessità: ovvero la difficoltà nel chiedere ai cittadini di fare rapporto indicando se abbiano consumato o meno.
Altri dubbi attanagliano Tomas Vedestig – consigliere comunale della sinistra radicale a Overtornea: L’idea è invadente, e può imbarazzare i single, chi non vuole fare sesso o non può praticarlo per ragioni di salute; non compete al datore di lavoro dire al dipendente ‘va a casa a procreare’“.

Obiezioni

Questa idea di pagare il sesso per i dipendenti ha scatenato una serie di interrogativi. Molti si chiedono come il pubblico potere possa poi controllare l’effettiva adempienza da parte dei cittadini che, magari, potrebbero intanto fare jogging o una passeggiata.
La Svezia è così rispettosa della privacy che difficilmente si trasformerebbe in un Grande Fratello. Tale onnipresenza è riservata solo alla tributaria – quindi lotta al terrorismo, cyberwar contro lo spionaggio – e alla Saepo, il servizio segreto.

Infine, persino gli anziani di Overtornea hanno affermato: “Un’ora non basta per il sesso. Troppo poco, non c’è gusto”.

 

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