Il preservativo in musica: la prevenzione prima di tutto


La musica è sempre stata un mezzo per coinvolgere e comunicare, per inviare dei messaggi, certi che – in breve tempo – questi raggiungano un vasto pubblico sia in maniera diretta –  perchè quel particolare artista è il nostro beniamino – che in maniera indiretta: il tema di una determinata canzone è così “figo” che è impossibile non parlarne con gli amici e poi con gli amici degli amici e così via.
I social aiutano molto in questo, ma la musica ha un potere senza dubbio indiscusso.

In particolare, almeno fino agli inizi degli anni ‘90, il genere rap/hip-hop ha sempre cercato di mettere in luce, denunciando, problematiche legate al sociale. E tra tutti i temi non poteva di certo mancare nei testi-denuncia la questione legata alla sfera sessuale ed alla prevenzione, in particolar modo dalle Malattie a Trasmissione Sessuale.
Ricordiamo ancora una volta, e senza sosta, che il preservativo è l’unico mezzo in grado di proteggerci da tutto ciò e molti artisti hanno inserito proprio il preservativo nelle loro canzoni, sia riferendosi al suo uso in modo concreto, che figurato.

Qui di seguito elenchiamo alcune delle canzoni in cui il preservativo è citato, scopriamole insieme!

Sai qual è il problema – Jovanotti


Pubblicata nel 1992, in un periodo in cui le campagne di prevenzione non venivano certo favorite, in questa canzone Jovanotti vuole incoraggiare a superare i pregiudizi legati all’uso del preservativo: allora se c’è il sesso almeno fa che sia sicuro e non pensare che riguardi solamente certa gente riguarda tutti noi sintonizza la tua mente “ e cita, inoltre, come esempio di scarsa informazione e prevenzione quello legato al caso di Freddie Mercury – che noi tutti abbiam sperato fosse immortale – ma davanti al virus dell’HIV “anche lui finito male “.

Nuthin but a G thang – Dr. Dre feat. Snoop Dogg


Nel dicembre 1992, quasi alla fine dell’età d’oro del rap, Dr. Dre debutta con il suo album “The chronic”. Nonostante lo stile di vita abbracciato da lui e dalla sua gang e i tipici temi trattati, i rapper sono consapevoli del rischio di ammalarsi legato al non uso delle dovute precauzioni in certe situazioni, infatti come afferma Snoop Dogg: “I have to find contraceptiveain’t no pussy good enough to get burnt while I’m up in it”.

Roll down di rubber man – Dr. Alban


Anche questo pezzo, pubblicato nel ‘92, incoraggia l’uso del preservativo poiché la prevenzione è l’unica cura per l’aids: “Roll down di rubber, man. Roll it down, Safe sex = safe life. Check you sex life, AIDS a come, Take a little slow, use condom You can avoid it by using condom, You can avoid it by not contaminating”. Dr. Alban spiega minuziosamente, proprio nel corpo della canzone, in che modo il virus dell’HIV si manifesti e si sviluppi.

Il mio nome è… ivo (Il dramma di preservare) – Francesco Baccini


In questo pezzo, è lui  – Ivo il preservativo – che parla in prima persona come se fosse un amico che offre un consiglio. Anche se la parola non viene pronunciata interamente, abbiamo capito tutti di cosa si tratta…e Baccini lo fa mettere a nudo: “Il mio nome è Ivo, non sono cattivo, il mio nome è Ivo, sono solo protettivo. Ma chissà se stanotte mi porterai con te, nella tasca o in borsetta starò e domani allo specchio più bella sarai, senza i dubbi maligni che ti mangiano i giorni”. Con ironia, il cantautore mette in luce, come dice il sottotitolo stesso del brano, il dramma del preservare e del preservarsi.

L’ultima bomba in città – Articolo 31


A differenza delle altre tracce, qui il preservativo viene “semplicemente” citato per raccontare la storia di una gravidanza indesiderata “un buco nel goldone e lui è arrivato qui”; sorte comune a molte donne che affrontano con un pò di leggerezza un venerdì sera e si ritrovano poi con un bel problema da gestire, come quello appunto di una nascita non voluta in quel momento.

Sembra semplice – J-ax & Fedez


In questo caso in il preservativo è usato per comporre una metafora: è inteso come barriera per impedire a qualcosa di raggiungere un obiettivo: “che tanto scrivere per vendere è peggio della censura, è come mettere un preservativo sulla biro”. I due artisti recuperano in parte il senso del contraccettivo, quindi di barriera, ma inteso come freno alla libertà di espressione.

Vi sembrano ancora troppo poche? Che ne pensate? Si accettano suggerimenti e…buon ascolto!

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