BDSM: cos’è e come praticarlo

Ci voleva la trilogia dei libri di “50 sfumature di grigio” per avere il boom di interesse verso il bondage e il sadomaso, o in altre parole per il BDSM.

Cosa significa BDSM

BDSM è un acronimo e sta per:;

  • B di bondage, inteso sia come reale che sentimentale.
  • D di dominazione, di solito uno dei due partner tende a dominare, ad assumere il controllo dei giochi.
  • S di sottomissione e sadismo. Per un ruolo dominante serve il suo opposto sottomesso! Oltre a questi due ruoli di padrona/e e sottomessa/o, ce ne sono tanti altri e possono anche non essere fissi ma fluidi e si possono scegliere in base alla persona con cui ci si relaziona e, quindi, possono cambiare nel corso della vita.
    Il termine sadomaso non va inteso nella sua accezione patologica; il sadico nel BDSM è una persona a cui piace sì provocare dolore, ma nei riguardi di una persona che gode di questo dolore ed ecco che appare la
  • M di masochismo.

Tutti questi termini, se uniti a ciò che si crede nell’immaginario collettivo (e cioè che le persone che praticano BDSM siano foderate di lattice, indossino tacchi strani, collari, mazze dentate, fruste, e tanti altri attrezzi da tortura medievale), potrebbero far pensare istintivamente a un film dell’orrore in cui le persone godono nel torturarne altre, gratuitamente.

Questo è anche un po’ ciò che emerge dai film e dai porno. Nella realtà sì, ci sono dei contesti che assomigliano molto ai film, ad esempio dei dungeon – letteralmente prigioni sotterranee, utilizzate per indicare un ambiente appositamente attrezzato per praticare attività BDSM, proprio come la stanza dei giochi di Mr. Grey. Accade molto più spesso, invece, che le persone non siano così attrezzate o non abbiano questo tipo di fantasie così complesse: è più probabile che abbiano una scatola dei giochi nascosta sotto il letto dove c’è qualche sex toy, dei nastri di raso o delle corde, delle vere fruste o sculacciatori o degli strumenti comuni domestici che servono per lo stesso obiettivo.

bdsm

Pratiche BDSM: dalle corde agli sculacciatori

Il BDSM è un po’ come se fosse un grande universo dentro il quale vengono inglobate un’infinità di pratiche, spesso anche erroneamente. Ad esempio il feticismo dei piedi di per sé non è BDSM, lo diventa quando il possessore dei piedi ha anche un ruolo dominante nei confronti del feticista. Sicuramente per un feticista del lattice, che non ha interessi sadomasochistici nè di dominazione/sottomissione, sarà più facile frequentare l’ambiente BDSM perché ha una certa apertura mentale e non si scandalizerebbe se incontrasse un uomo vestito da suora che indossa anche uno strapon in tinta.

Ad esempio una fantasia molto comune che introduce le persone nel mondo del BDSM è quella semplice di essere legati e restare inermi di fronte al partner. O di essere sculacciati come punizione per un qualche atto inventato nella propria fantasia.
Dalla trilogia 50 Sfumature un elemento che è rimasto molto impresso nelle donne è stato il famigerato contratto. Nella realtà il contratto non ha, ovviamente, valori legali o di sicurezza, e può essere scelto più come parte integrante del gioco perché ai due partner piace l’idea di un qualcosa di nero su bianco.

Quello che conta quando due persone intraprendono una relazione/rapporto/interazione in questo contesto è che sia di tipo SSC: Sano, Sicuro e Consensuale.

Consensuale. Perché le due (o più) persone coinvolte devono parlare innanzitutto dei propri limiti e delle pratiche che non vogliono provare perché off limits, del loro stato di salute e ogni cosa deve essere fatta nel rispetto delle scelte dell’altra persona. Se si cambia idea durante i giochi, è importante che sia detto e che siano rispettate queste volontà. Si possono individuare anche parole di sicurezza per garantire che questo avvenga: le safe words aiutano il sottomesso a sentirsi più al sicuro e il dominante ad avere la certezza che non rischierà di oltrepassare i limiti.

Sano. Perché anche se ci sono di mezzo frustate o giochi con strumenti medici, i corpi devono restare illesi, non ci devono essere ferite che compromettano la salute dei partecipanti. Per questo è importante giocare da sobri, niente alcool né droghe.

Sicuro. C’è una grande differenza tra legare una persona in mezzo agli scogli e legarla a letto o su un tappeto. Scegliere i giusti ambienti, gli strumenti di gioco adatti – ad esempio per le stimolazioni anali – riduce il rischio di incidenti non desiderati ed evitabilissimi.

Se si vuole provare a sperimentare con il proprio partner alcuni lati del BDSM si possono acquistare accessori bondage studiati appositamente per le pratiche sadomaso che inizialmente stimolano la fantasia. Si potranno provare i vari sculacciatori e vedere se tale pratica piace. Non serve che le frustate siano al pari di quelle di Indiana Jones o che dopo una sonora sculacciata i glutei debbano restare rossi e lividi per una settimana: ciò che conta per una buona riuscita è che siano tarate al piacere di chi le riceve e di chi le assesta. A volte, una sola sculacciata è sufficiente per un buon gioco di coppia e funge da ciliegina sulla torta!

Se l’interesse è molto sappiate che ci sono diverse comunità sparse in giro per l’Italia che si occupano di bondage e che condividono esperienze e consigli, si possono trovare su alcuni siti o su facebook semplicemente chiedendo a google. Contrariamente a quanto si possa credere si tratta di persone normali che non si ritrovano solo per organizzare dei party strani con gente inguainata e fruste in mano. Spesso organizzano semplici aperitivi (ormai chiamati Munch) dove si ritrovano periodicamente per conoscersi meglio e parlare del più e del meno, in posti pubblici come pub e – ovviamente – vestiti normali.

Il bondage: la parte più accattivante del BDSM

Il bondage è uno dei lati del BDSM che spesso incuriosisce e che fa avvicinare di più le persone a questo lato “soft” delle pratiche. In tantissimi hanno fantasticato almeno una volta di essere legati durante un rapporto sessuale o durante i preliminari.
La costrizione, il sentirsi inermi è spesso una fantasia comune, avere dei sensi “mancanti” ad esempio non potersi muovere o venire anche bendati, acutizza molto le sensazioni, e anche una semplice carezza può portare sensazioni diverse e più intense.
È tra le cose più semplici da sperimentare e a volte può anche essere un po’ rischiosa se non si fa con le dovute precauzioni.
Le manette se usate in malo modo possono andare a comprimere il tunnel carpale e portare parestesie temporanee e dolori per qualche settimana. Se le usate, quindi, assicuratevi che il polso non sia costretto o che la manetta non sia in tensione.
In casa di solito le cose più pratiche che si trovano e si provano sono i foulard, spesso di seta o raso, come quelli che si trovano nei negozi. Questi tessuti hanno la tendenza a scivolare e i nodi potrebbero scorrere ed andare a stringere troppo le articolazioni di polsi/caviglie. Non è importante che un polso sia legato in modo stretto per bloccare un braccio, si deve sempre lasciare uno spazio di almeno 2 dita affinché il nastro/corda non vada a comprimere i nervi e non vi siano complicazioni. Imparare a far dei nodi piani che non scorrano può essere di grande aiuto, così come sempre – e dico sempre – ci devono essere delle forbici sotto mano per tagliare le legature in caso di bisogno. Online ci sono vari video tutorial, non sostituiscono un corso dal vivo ma possono aiutare a comprendere come fare una prima legatura di un polso.
Per chi poi vuole approfondire l’arte del legare ci sono corsi appositi, come quelli di Shibari, una pratica giapponese di bondage.

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